Agevolato il recupero dell’IVA sulle fatture nelle note spese

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato – in bozza – un provvedimento che agevola il recupero dell’IVA sulle fatture fornitori di modico importo che sono contenute, nella gran parte dei casi, nelle note spese.

Il provvedimento rende attuabile la redazione semplificata sia del documento riepilogativo delle fatture di importo inferiore a 300 euro, sia dello spesometro, ove stabilisce:

“La medesima disposizione normativa ha previsto che, in luogo dei dati delle fatture emesse e di quelle ricevute di importo inferiore a 300 euro, registrate cumulativamente ai sensi dell’articolo 6, commi 1 e 6, del Regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 dicembre 1996, n. 695, è in facoltà dei contribuenti trasmettere i seguenti dati del documento riepilogativo: la partita IVA del cedente o del prestatore per il documento riepilogativo delle fatture attive, la partita IVA del cessionario o committente per il documento riepilogativo delle fatture passive, la data e il numero del documento riepilogativo nonché l’ammontare imponibile complessivo e l’ammontare dell’imposta complessiva distinti secondo l’aliquota applicata.”

I costi generati dalla corretta lettura e conseguente registrazione anagrafica di dati “inutili” (ragione sociale, indirizzo fisico, CAP), hanno costituito un deterrente al recupero di modici importi IVA. La lettura di tali dati è eseguibile da una persona o da un software (OCR); un software genera costi certo inferiori a quelli d’una persona e ne l’uno ne l’altra sono esenti da errori di lettura e registrazione.

Per detti motivi oggi non si recupera l’IVA, nella convinzione che il costo del recupero ecceda l’importo recuperabile; oppure la si recupera solo se la fattura presenta un importo superiore a un minimo prestabilito dall’azienda; le policy aziendali spesso impongono la richiesta di fattura solo a fronte d’una spesa eccedente tale minimo. Ora, la facoltà d’identificare il cedente o il prestatore con la sola partita IVA esenta dal leggere, e dal registrare in anagrafica, dati di fattura ridondanti in quanto già riassunti dall’indicazione obbligatoria della partita IVA univoca ed eventualmente errati.

Avere eliminato la lettura/scrittura di dati ridondanti, rende conveniente recuperare l’IVA anche da fatture d’importo inferiore a 300 euro comprese nella nota spese d’un trasfertista. Dal punto di vista tecnico-processuale si vanno ad eliminare, oltre ai costi anzidetti, gli errori che generano altri problemi quali, ad esempio, la duplicazione delle anagrafiche. Dal punto di vista normativo il provvedimento potrebbe aprire la via all’emissione di regolari fatture con la sola indicazione delle partite IVA. La facoltà di eseguire una sola registrazione riepilogativa di “n” fatture, in luogo di “n” registrazioni, abilita un’ulteriore riduzione dei costi amministrativi.

L’applicazione Captio per la gestione delle note spese è già in grado di generare il documento riepilogativo delle fatture di piccolo importo e il parziale spesometro; si consideri che l’inevitabile percorso in atto verso l’emissione di fatture elettroniche a mezzo del Sistema di Interscambio comporterà l’eliminazione dello spesometro dal 2019. Captio attua un processo di gestione interamente digitale e accettato dall’Agenzia delle Entrate, con azzeramento di tutti i costi amministrativi derivanti dalla gestione di giustificativi cartacei: manipolazione, spedizione, ricezione, archiviazione. La velocizzazione dell’intero processo attuabile con Captio abbrevia anche l’ottenimento del recupero IVA.